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Finanziamenti Pubblici alle imprese:come sfruttare al meglio le opportunità

Finanziamenti Pubblici alle imprese, piccola guida operativa per ottenerli

FINANZIAMENTI PUBBLICI

Il mondo dei finanziamenti pubblici si caratterizza per la diversità delle proposte ponendo le imprese di fronte alla necessità di valutare con attenzione lo strumento di finanziamento più adatto ai propri bisogni di investimento.

 In questo articolo propongo alcuni spunti per migliorare la capacità di scelta e ottenere il meglio dal proprio investimento.

Ma quanti sono?

Districarsi nel dedalo degli incentivi può apparire una ostica sfida: finanziamenti europei, nazionali, locali;

per la ricerca e sviluppo, per l’innovazione, per l’avvio di impresa, per nuove forme di lavoro, per le assunzioni, per la formazione;

in Conto capitale, in C/Interessi, Mutui/finanziamenti agevolati, Credito d’imposta, a tassazione agevolata sul reddito, Voucher;

per i settori manifatturiero, dell’artigianato, del Commercio, dei servizi, del Turismo, dell’Agricoltura; per le micro imprese, per le PMI, per le grandi imprese, per le start up, per le aziende in crisi, per i progetti di rete, per le imprese femminili, per le imprese giovanili.

L’aiuto di un esperto esterno può essere un fondamentale supporto ma non libera l’azienda da alcune responsabilità “inalienabili”:

orientarsi all’interno delle diverse opportunità, scegliere quelle più idonee, pianificare tempi e risorse, gestire le iniziative in maniera efficiente, raggiungere i risultati attesi, ottenere il ritorno previsto dall’investimento.

Vediamo insieme come poter affrontare efficacemente un bando pubblico di finanziamento.

La scarpa di cenerentola

Sono le strategie e i piani di sviluppo aziendali ad orientare la scelta di partecipazione ad un bando e non viceversa.

Sono questi ultimi a determinare le aree di investimento e i fabbisogni di risorse economico-finanziarie, circoscrivendo fin da subito il campo di ricerca del bando.

Come la scarpa di Cenerentola calzava perfettamente solo al suo piede così la opportunità di incentivazione deve “calzare” perfettamente ai bisogni e alle strategie aziendali.

Indossare a tutti i costi una scarpa inadeguata non ci farà principesse, i benefici saranno di breve durata (fino a quando non ci vedrà il principe) e ci procurerà sicuramente delle dolorose vesciche.

Questione di coerenza

Impegnarsi per ottenere ciò di cui si ha realmente bisogno può sembrare ovvio ma non è così scontato nei complessi contesti strategici e organizzativi delle imprese odierne.

Perseguire con determinazione tale coerenza strategica opera in entrambi i versanti del binomio efficacia/efficienza con un effetto moltiplicatore della motivazione, dell’impegno e dell’orientamento al risultato da parte di tutta l’organizzazione.

Pianificare è possibile

L’obiezione che vede i finanziamenti pubblici difficilmente correlabili a priori alle strategie di medio-lungo periodo per il loro carattere aleatorio determinato dalla discontinuità, scarsa flessibilità, imprevedibilità temporale sconta un pregiudizio a mio avviso superato:

la Pubblica Amministrazione è molto più attenta alle aspettative e richieste delle aziende, ed ha decisamente migliorato la propria programmazione e la propria capacità di dialogo con il mondo dell’impresa.

Per questo ritengo possibile (oltre che necessario) inserire di diritto nei diversi momenti pianificatori dell’azienda la voce relativa ai bandi di finanziamento per correlarli con gli obiettivi e le azioni previste.

Un consulente esperto potrà aiutarvi ad individuare le tempistiche, la periodicità e la ciclicità delle diverse fonti di finanziamento pubblico.

Si tratta di costruire una timetable dei finanziamenti che consenta, con un alto margine di precisione, di pianificarne l’accesso una volta valutati priorità strategica e vincoli.

Lavorare in termini previsionali migliora l’utilizzo delle risorse evitando picchi di lavoro e permette di spostare a monte del bando una serie di attività propedeutiche in grado di determinare il positivo esito della richiesta di finanziamento (si pensi ad esempio alla costruzione di rapporti di partnership che oggi rappresenta uno degli elementi di valutazione prioritari di tali iniziative).

Non solo (ma soprattutto) risorse

La partecipazione ad un bando di finanziamento richiede, fatte salve le sue declinazioni più semplici, delle competenze di project management.

Si tratta di gestire con cognizione di causa il migliore equilibrio tra le variabili qualità-tempo-risorse.

La gestione delle risorse umane in particolare richiede a mio avviso una specifica cura per diversi ordini di motivi.

Il primo riguarda la capacità di valutarne le competenze non solo tecniche ma anche relazionali (soft skills).

Se pensiamo ad un bando come ad un progetto non possiamo non considerare il suo impatto organizzativo interfuzionale.

La mediazione organizzativa è spesso rappresentata da un team costituito ad hoc, i cui membri devono auspicabilmente avere o acquisire le necessarie competenze per lavorare in gruppo.

Secondariamente il team deve poter contare su un certo grado di sostegno da parte della direzione che ha la fondamentale funzione di accreditare il lavoro del gruppo agli occhi della organizzazione e legittimarne il ruolo.

Ultima considerazione riguarda la valutazione dei carichi di lavoro.

Assegnare persone ad un progetto sottostimandone l’impegno significa quasi sicuramente precludere le possibilità di successo dello stesso.

Ubi Major bando cessat

Avete presente quella sensazione di inadeguatezza mista a sconforto che ci prende quando non riusciamo a portare avanti una iniziativa (anche non lavorativa) perché c’è sempre qualcos’altro che ci distrae dal nostro obiettivo principale.

Ecco! Questo vuol dire che quello non è il nostro obiettivo principale!

Nelle organizzazioni questa mistificazione avviene abbastanza spesso e deve farci riflettere sulla nostra capacità di scegliere i nostri obiettivi.

Se la gestione di un finanziamento è spesso ostacolata da altre attività urgenti che la pongono in secondo piano forse è bene interrogarci sulla utilità del nostro investimento.

Consulente, oh mio consulente!

La scelta tra l’utilizzo di un esperto esterno piuttosto che attingere a risorse interne può essere determinata da molte variabili, una su tutte la dimensione aziendale che consente di approcciarsi liberamente alla valutazione delle due opzioni.

Per le imprese più piccole questa possibilità è spesso preclusa e rappresenta una scelta obbligata l’utilizzo di una risorsa esterna.

In questo caso ritengo utile richiamare l’attenzione al rischio di “deresponsabilizzazione”. Incaricare una figura esterna ha una funzione “liberatoria” per l’imprenditore che però non può essere assoluta.

Siamo all’interno di un processo di delega che deve essere gestito.

Controllo e responsabilità decisionali devono rimanere in capo all’organizzazione in quanto titolare dell’iniziativa.

Le 7 domande prima di incominciare

Quando una azienda mi chiede supporto per la partecipazione ad un bando la mia prima preoccupazione è metterla nelle condizioni di scegliere consapevolmente e responsabilmente l’adesione o meno all’iniziativa.

A tal fine le sottopongo una relazione schematica ma esaustiva del bando che consenta in pochi passaggi “guidati” di fare una scelta.

Una specie di “lascia o raddoppia” attraverso alcune semplici domande correlate a specifici contenuti del bando superate le quali entrambi possiamo sederci attorno ad un tavolo per sviluppare il lavoro.

  1. mi interessa? ho realmente bisogno dell’oggetto di finanziamento?

Ecco il primo scoglio da superare. Vi posso assicurare che c’è una bella differenza tra chi ci risponde che lo sta già facendo, ha pianificato gli investimenti, ha già individuato i prodotti/servizi di cui ha bisogno piuttosto che le aziende che ci confessano che ci stanno pensando da anni e che questa è l’occasione giusta per avviare quel progetto ma non sanno da dove cominciare.

Se in questo momento la vostra azienda è concentrata su altri obiettivi (e investimenti) “smart” perché distrarsi con uno che non lo è?

  1. Ho i pre-requisiti?

Mi è capitato di iniziare a lavorare a dei bandi dando per scontata la risposta affermativa a questa domanda.

Sottovalutare questi aspetti può anche minare il buon esito della richiesta se ci si ritrova a gestirli in emergenza.

I pre-requisiti possono essere banalmente il possesso di firma digitale e PEC. Facile darlo per scontato ma immaginate di scoprire di non averli a disposizione a poche ore dalla scadenza del bando!

  1. Ho i requisiti?

Come sopra ma in questo caso i requisiti non possono essere sottovalutati stante il loro potere escludente.

  1. Ho bisogno di quello che è finanziabile?

Fatto salvo il mio reale e coerente bisogno di investimento, quello che intendo acquisire (beni e/o servizi) è finanziabile?

In caso contrario viene meno il senso alla partecipazione e/o vedrò ridotta la quota di investimento finanziabile.

Posso ad esempio avere interesse ad investire in interventi di digitalizzazione ma il bando finanzia solo servizi (consulenza, formazione) e io ho invece bisogno di acquisire hardware e software.

  1. sono disponibile a co-finanziare la spesa?

Questa domanda è fondamentale. La diversa intensità dell’incentivo può cambiare le sorti della risposta.

Un massimale alto, ad esempio del 50%, richiede la disponibilità di risorse economiche da stanziare ad hoc in relazione all’investimento complessivo.

In generale una percentuale più bassa favorisce le opportunità di partecipazione, una più elevata responsabilizza all’investimento garantendo una scrematura delle aziende meno interessate alle finalità del bando.

  1. Ho i requisiti relativi al Regime di aiuto previsto?

Pensiamo al caso del cosiddetto regime “de minimis“.

È necessario verificare la consistenza degli aiuti pubblici ricevuti negli ultimi 3 esercizi che devono essere inferiori a €. 200.000 pena l’impossibilità di partecipazione.

  1. La mia domanda ha possibilità di successo?

I criteri di valutazione della domanda possono spesso prefigurare una posizione scarsamente competitiva nella corsa al finanziamento.

In particolare le valutazioni legate a requisiti oggettivi come ad esempio la disponibilità di titoli e/o esperienza specifici in capo ai titolari dell’impresa, la numerosità e qualità delle partnership, la corrispondenza a requisiti di innovatività, la possibilità di co-finanziamento da parte dell’impresa possono dissuadere dalla partecipazione salvo stimolare successivi interventi mirati al miglioramento dei requisiti progettuali per una futura partecipazione.

Superato questo primo test di fattibilità è ora possibile affrontare in maniera più approfondita il bando andando a dettagliarne i contenuti in relazione alle aspettative e possibilità dell’azienda.

Altre decisioni importanti dovrà prendere l’azienda prima di poter concretamente inoltrare la richiesta di finanziamento ma rispondere a queste semplici domande la costringe ad una presa di coscienza della reale fattibilità e possibilità di successo del progetto.

 

Criteri guida

In sintesi affinché i nostri progetti possano essere approvati è necessario seguire alcuni criteri-guida:

  1. sostenibilità
    • economica (disporre di denaro per realizzare il proprio progetto)
    • procedurale (fare in modo che non ci siano ostacoli alla sua realizzazione)
    • gestionale (avere risorse adeguate che li portino avanti)

 

  1. adeguata programmazione
    • attivare le fonti informative (per sapere quali sono i bandi in uscita e programmare per tempo i progetti da candidare)
    • scegliere i progetti più idonei (valutare attentamente il tipo di progetto da candidare a bando in relazione a azioni, costi, soggetti coinvolti, risultati attesi)
    • programmare per tempo (per un progetto di successo è necessario programmare per tempo le azioni che mi permetteranno di realizzarlo)

 

  1. opportunità

La programmazione deve mediare le esigenze dell’impresa con le caratteristiche del bando. È inutile rincorrere a tutti i costi un bando se le finalità del mio progetto non corrispondono a quanto propone il bando stesso

 

  • coerenza

Di obiettivi e attività (verificare che quelli previsti nel proprio progetto siano coerenti con quelli finanziabili dal Bando).

 

  • integrazione delle risorse

I bandi tendono a chiedere sempre di più la partecipazione in partenariato. un progetto di successo integra le risorse a disposizione, non solo economiche ma anche umane.

  • supporto di figure qualificate

Un progetto di successo è spesso il frutto della collaborazione con figure qualificate che hanno esperienza nella partecipazione ai bandi e che quindi danno un supporto determinante.

A questo punto ti auguro buon lavoro e ti aspetto nei prossimi articoli

 

 

 

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