Se un’azienda ha i conti in rosso puo’ fare solo due cose:
- aumentare i ricavi
- ridurre i costi
L’aumento dei ricavi è l’opzione piu’ auspicabile, crea crescita, lavoro, tasse per il nostro famelico fisco e profitti per l’impresa.
Per far crescere il fatturato bisogna avere una strategia e naturalmente fare i conti con il mercato, oggi croce di molte aziende italiane.
L’altra opzione è ridurre i costi.
Vediamo come non si fa….
Il governo italiano ci insegna tre efficaci metodi per non ridurre i costi.
1-Il primo è l’antileadership:
si nomina una persona che non ha nessuna leadership per ridurre i costi;
per cambiare ci vuole credibilità e visione, le persone devono crederci, il leader deve indicare la strada del futuro, deve essere proiettato sul risultato.
Nominate un antileader e avrete la sicurezza che non si combinerà un bel nulla.
Giuliano Amato è perfetto nel ruolo di riduzione dei costi della politica.
Una vita al traino dei partiti e una ricca prebenda per pensione, oltre a cariche onirifiche varie in enti altrettanto inutili….
Lo vediamo che sferza i politicanti al rigore dei conti, acclamato all’unanimità.
2-Un altro metodo efficacissimo per non ridurre i costi è quello di nominare una commissione di studio sui costi.
Studiate, studiate, intanto il tempo passa e le cose si aggiustano da sole.
Il Ministro Giarda è bravissimo in queste cose.
La prima commissione di studio sulla riduzione dei costi è dell’1981.
Se volete saper cosa è successo ai costi italiani e al debito guardate qua.
Come vedete il metodo è stato efficacissimo.
3-Terzo metodo efficacissimo per non ridurre i costi è aumentare i costi per ridurre i costi.
Ad esempio pur avendo a disposizione efficacissimi funzionari pagati 3-400 mila euro all’anno, uno stuolo di impiegati e consulenti a volontà, si puo’ chiedere consiglio al popolo italiano su come ridurre i costi;
naturalmente diventa necessario impiegare un po’ di persone a spulciare, sviluppare, catalogare, archiviare i mirabilanti consigli che vengono inviati.
È chiaro che questi metodi da soli non bastano;
ci vuole una cultura approfondita della non riduzione di costo.
Ad esempio quando qualcuno parla di costo standard, si puo’ a scelta:
- ignorarlo,
- proporre una commisione di studio sui costi standard
- dire che -li stiamo gia utilizzando-
- Assumere una ventina di consulenti per determinare i costi standard ( piu’ sono, piu’ sarà difficile che si mettano d’accordo)
Se poi qualcuno osasse proporre tecniche innovative di riduzione dei costi come l’analisi del valore ( è stata inventata nel 1942) o il kaizen (anni 70) si puo’ sollevare un dibattito sul concetto di valore o sollevare dubbi sulla legittimità della leadership all’interno del gruppo.
Sarebbe bello, tra vent’anni, con la barba bianca, riprendere in mano quest’articolo per vedere l’inossidabilità dei costi italiani e poter tramandare alla storia questi metodi che la nostra classe politica maneggia con tanta efficacia.
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